Ieri sono stato al Centro Culturale “Marani” di Verona per intervenire a un convegno su Sessualità e corporeità. Naturalmente il mio compito era di parlare di biblioterapia e di Eros nella letteratura. Ho potuto utilizzare uno splendido libro di Dario Fo, L’osceno è sacro, in cui si raccoglie una buona parte dei lavori di Fo rispetto al recupero della letteratura giullaresca e dei significati delle storie oscene nel tessuto sociale antico e medievale. Proprio com’è nello stile della biblioterapia, non è stata una lezione, ma un’insieme di idee e letteratura destinati a suscitare domande e curiosità. Dall’etimologia della parola fica fino ad arrivare alla letteratura erotica più moderna, terminando con uno scritto di Anais Nin è stato un intervento in cui mi sono sentito bene. Sì, perché anche chi parla vive positivamente o meno ciò che dice. La platea restituisce un feedback palpabile. Nel mio caso ci sono anche i libri, che possono essere quelli giusti o meno, farti compagnia od ostacolarti. Scegliendoli precedentemente, non è detto che risultino poi quelli adatti. Perché la biblioterapia è così: una scommessa sul piacere della letteratura, che non è mai scontato ci sia.
E, questa sera, altro appuntamento che spero sarà entusiasmante come lo è stato negli anni scorsi con il nuovo corso all’Università Popolare di Sona. Sarà la Storia a essere il filo conduttore di questo viaggio con la Macchina del tempo costruita con la letteratura. E con le persone che incontrerò.