Romanzi su Carlo Magno ce ne sono davvero pochi in giro. I templari vanno forte, le diverse dinastie rinascimentali dai libri si stanno trasferendo sullo schermo, i romanzi storici ormai sono ovunque. Ma per il padre dell’Europa, gli scrittori nutrono poco interesse. Eppure il Ciclo Carolingio ha avuto a suo tempo lo stesso valore del Ciclo Bretone (Re Artù e compagni), nonostante le grandissime differenze. Perché se il primo ha avuto all’inizio una tradizione orale, che solo più tardi è stato fissato per iscritto e in forma poetica, il secondo è stato da subito inserito in un testo, ma in prosa, lasciato circolare solo in ambienti colti. Questo accadeva secoli fa, eppure sembra che il destino sia rimasto il medesimo. I contemporanei si sono sprecati a scrivere di Artù, mentre a Carlo Magno non è rimasto altro che stare nei i noiosissimi libri scolastici di storia. Eppure qualche eccezione si può trovare. Conoscete Franco Cuomo? Ridurre il suo ruolo a scrittore è troppo poco dato che era un uomo di cultura, che ha saputo tradurre in diversi linguaggi, non ultimo quello televisivo. E’ lui che a partire dagli anni Novanta ha pubblicato cinque volumi per creare un ciclo moderno di Carlo Magno con risultati davvero notevoli. La sua scrittura è semplice, ma efficace. Questo primo volume vede la storia dei genitori di Carlo Magno, e la sua infanzia all’inizio e la sua giovinezza verso la fine. Coinvolgente, Cuomo è riuscito a inserire verità storiche e costumi dell’epoca con leggerezza e comprensibilità estreme. Un modo diverso per conoscere un eroe dimenticato che sta all’origine della nostra civiltà.
Consigliato agli amanti del romanzo storico e dei cicli cavallereschi.