Ieri sera ho tenuto, nel mio laboratorio di biblioteria a Sona, un incontro su Carlo Magno. Vi chiederete: come può Carlo Magno rappresentare uno spunto per la biblioterapia?
In questi anni, in cui tanto si parla di Europa, dimentichiamo come sia stato lui il primo a pensare a un’Europa unita. Siamo abituati a pensarlo come il regnante che non sapeva scrivere, ma che inventò la scuola. E, quando apprendiamo questo, siamo proprio sui banchi di quella scuola che dobbiamo, in origine, a lui, e tendiamo a odiarlo un po’, dato che nell’età scolare non si apprezza ciò che invece ha un’importanza vitale. Per ottenere il meglio da questo personaggio, ho utilizzato il primo libro dei romanzi dedicati all’imperatore del Sacro Romano Impero, scritti da Franco Cuomo, autore prolifico, ma non solo, che a Carlo Magno ha dedicato studi e ben cinque libri. Grazie a lui abbiamo potuto rivivere la saga della dinastia carolingia attraverso una lettura piacevole e attuale. Parlare di infanzia ed educazione, argomento pre-scelto, è stato facile, ma, ci ha portato più lontano del previsto, fino a discutere sull’importanza, per bambini e giovani, di capire il valore della vita attraverso la visione della morte quando un proprio caro viene a mancare. Spesso ai bambini non solo viene impedito di accedere alle camere ardenti, ma anche di partcipare ai funerali. Nel passato, anche ben più recente di quello di Carlo Magno, si moriva in casa e i bambini capivano, senza spavantarsi, il significato di trapasso, di morte. Anche la possibilità di osservare la natura e gli animali che morivano permetteva loro di non inorridire di fronte al destino che a tutti noi capiterà. Abbiamo concluso dicendoci che se non si sperimenta il dolore da giovani, sotto la protezione degli adulti, da grandi diventa tutto più difficile.
Come accade spesso, le vie che la biblioterapia utilizza sono inconsuete e, forse per questo, molto efficaci. Ti portano lontano, dove neppure tu immagini. E ieri sera il nostro Carlo Magno non ha smentito questa teoria.
Come accade spesso, le vie che la biblioterapia utilizza sono inconsuete e, forse per questo, molto efficaci. Ti portano lontano, dove neppure tu immagini. E ieri sera il nostro Carlo Magno non ha smentito questa teoria.