Siamo ormai quasi al termine del corso di biblioterapia all’Università Popolare di Sona. Forse per questo ieri sera si è respirata un’aria particolare. O forse perché abbiamo parlato di Illuminismo, passando attraverso l’Indice dei Libri Proibiti che, creato nel Sedicesimo secolo, è stato mantenuto fino al 1966: un lasso di tempo che sembra inimmaginabile. Ma durante l’Illuminismo la sua valenza è cambiata e i libri vietati erano considerati proprio quelli che valeva la pena di leggere. E da questo spunto abbiamo iniziato a parlato del proibito. Cos’è proibito e che importanza ha la sua ricerca? Quando ciò che è proibito va lasciato dov’è e quando va ricercato? C’è differenza tra il proibito e il limite? La libertà prevede limiti? E ancora: il limite è pedagogico? E la proibizione? Come cambia il senso del proibito nella storia?
Forse le domande che si sono sviluppate sono state anche troppe. Ma, io credo, prima di cercare le risposte, dobbiamo capire quali domande vale davvero la pena porre. E nulla come i libri può aiutarci in questo: lo credete anche voi?