Conoscete le storie legate all’identità di Shakespeare? Uno dei primi a scriverne fu Mark Twain nel suo saggio Shakespeare è davvero morto? (di cui accenno qui). Dopo di lui, molti altri lo hanno imitato, studiosi o semplici romanzieri, ma anche registi. Il film Anonymus (di cui parlo qui) ne è un esempio recente.
Nuove teorie sull'identità di Shakespeare
Ma ora una nuova scoperta sembra mettere in seria discussione le tesi di chi riteneva che Shakespeare non fosse il figlio di un guantaio che ambiva a cose più grandi per il proprio figlio, tanto da indurlo a procurarsi uno stemma di famiglia per provare a entrare nella buona società, ma solo un nome dietro cui si celava qualcuno. Infatti, la dottoressa Wolf ha trovato un documento in cui lo scrivente riproduce lo stemma con falco e lancia, attribuendolo a “Shakespeare the player”, Shakespeare l’attore. La ricercatrice americana ha inoltre scoperto una dozzina di immagini del blasone di famiglia dei Shakespeare, metà dei quali lo assegnavano al padre e metà al figlio. Indizi che sembrano dare ragione a quanti sostenevano che davvero il Bardo fosse un genio venuto dal basso. Mistero concluso? Tutt’altro! Alcuni esperti affermano che la scoperta non aggiunga nulla a quello che già si sapeva e che quindi i dubbi rimangono intatti. Quanto conta questo per la letteratura? Assolutamente niente. Le opere di Shakesperare rimangono meravigliose e le tesi sulla sua identità, affascinanti. Provate a leggere il saggio di Twain: da lettori ringrazierete il cielo che questo dubbio esista.
Se volete approfondire, qui un articolo da Repubblica.it