Le cose che faccio con la bibioterapia, nonostante lo studio e la preparazione che mi richiedono, le difficoltà cui necessariamente vado incontro per conciliare il mio lavoro di infermiere con quello di biblioterapista, le odiose pratiche burocratiche cui devo sottostare, le amo. Le amo tutte. Ma ce n’è una che amo un po’ di più. Non me ne vogliano coloro con cui collaboro per altri progetti. Non si tratta di preferenza. E’ che quello è il mio ambiente naturale pur non essendo il mio ambiente. Sto parlando delle biblioteche. Il 22 febbraio terrò una conferenza alla biblioteca di Monfalcone dal titolo Biblioterapia: quando i libri si prendono cura di noi. Lavoro in ospedale, parlo di biblioterapia negli ambienti sanitari e amo il mio lavoro in questi luoghi. Ma la biblioteca è la mia Itaca, la patria che mi aspetta e che non posso abitare. E quando torno, quando vengo chiamato a parlare tra i libri, vicino alle sale dove tanti lettori insieme sono concentrati sulle pagine, dove bibliotecari silenziosi distribuiscono volumi a quanti lo desiderano, tra quelle pareti che conoscono il valore della lettura, io sto bene. Cerco di insegnare agli altri a ricercare il benessere attraverso i libri e mentre quel benessere io lo provo proprio in quel momento.
Confesso che non sarà semplice arrivarci. Come Ulisse, dovrò attraversare diverse avventure, tendo a perdermi nonostante il navigatore e non mi aspetto che questa volta sarà diversa. I libri sono la mia guida, ma non in questo caso. Ma proprio per loro vale la pena intraprendere il viaggio.
Qui un articolo del giornale locale che parla della rassegna in corso alla Biblioteca di Monfalcone.