Che dai libri possano nascere altre idee, nessuno lo mette in dubbio. Ma quando accade che un romanzo amato straripi dalle pagine in cui è contenuto per giungere ad altre forme di linguaggio non può che entusiasmare. Questo è il caso del ciclo L’amica geniale (per maggiori dettagli, qui, qui, qui, e qui), romanzi scritti da Elena Ferrante divenuta famosa per questi anche oltreoceano. Ora gli inglesi ne hanno fatto una pièce teatrale. Dopo due settimane di repliche a porte aperte (è un usanza anglosassone) sono iniziate le rappresentazioni tradizionali a partire dal “The Rose Theatre” a Kingston, poco fuori Londra, che proseguiranno fino al 2 aprile. La chiamano My brillant friend gli anglofoni, e a noi può suonare strano. Ma l’apprezzamento per questa quadrilogia è tale che l’internazionalizzazione del fenomeno Ferrante non può che essere apprezzato. Certo, i detrattori non sono pochi e si sprecano le critiche, soprattutto per il fatto che Elena Ferrante è uno pseudonimo e l’autrice (o l’autore) è sconosciuto. Eppure, se questa idea della rappresentazione teatrale è venuta anche in Italia, qualche motivo ci sarà. L’anno scorso, oltre a numerosi reading
svolti in varie parti d’Italia, in un piccolo teatro ligure hanno tentato di trasporre il testo in teatro. Non mi è dato sapere con quali risultati. Ma quando posso trovare le tracce di tanto impegno per portare la forza dei libri fuori dalle sue pagine, non posso che esserne felice.