Se il mio mondo è la Biblioterapia e lo vedo in continuo movimento, altrettanto si può dire per gli ambiti affini che lo riguardano e completano. Ma è difficile far comprendere quante potenzialità esistano e quanto sforzo si stia facendo. La medicina e l’ambiente socio-sanitario in genere, fatica a innovarsi e a fare proprie le nuove idee. Ma queste idee continuano a essere prodotte e a influenzare positivamente i professionisti del settore. A prima vista sembra che tutto ciò che è innovazione venga dagli Stati Uniti. Ne consegue una considerazione naturale: il loro sistema sanitario è differente e le loro proposte sono inattuabili nel Welfare State di stampo europeo. Ed è qui che commettiamo un errore. Le idee, seppur provenienti da oltreoceano, possono essere adattabili alla realtà che ci appartiene. Prova ne è che a Berlino, a ottobre di quest’anno si terrà un conferenza dal titolo Stories of Illness / Disability in Literature and Comics. Intersections of the Medical, the Personal, and the Cultural. Si parlerà dello stato dell’arte, di come le arti grafiche, le lettere, ma anche altre forme di narrazione possono entrare nel mondo della cura. Potete consultare il programma qui. Saranno presentate e discusse delle pubblicazioni e trovare il nome di un infermiere, MK Czerwiec, autore e appartenente a uno dei movimenti di Graphic Medicine mi ha riempito di orgoglio. Nel mio mondo, quello degli infermieri e della cura, esiste da sempre la difficoltà di concepire la professione infermieristica oltre gli schemi che la società stessa ci impone: svolgere attività manuali e rimanere subordinati al medico, sia per importanza, sia per valore socialmente riconosciuto. E, invece, essere infermieri è molto di più, dentro e fuori dalle corsie degli ospedali. Ed è così forte il condizionamento da costringerci a rimanere ingabbiati in questi limiti. Che non esistono. Noi, infermieri, dovremmo ricordarcene più spesso.