La scelta di un libro a seconda dell’autore credo sia il criterio più comune utilizzato dai lettori, secondo solo all’attrazione proveniente dal titolo e dalla copertina. L’aspetto estetico, ne sono convinto, vince su tutto. O, almeno, sulla maggior parte di noi lettori. Ma anche l’autore amato, quello che ci ha aperto i cancelli di una lettura coinvolgente e senza sosta, ha altissime probabilità di essere letto nella successiva opera e di essere seguito per le pubblicazioni a venire. Follet, Grisham, Smith sono solo alcuni dei tanti nomi che su questo meccanismo hanno incentrato i loro successi editoriali. Non ho citato la Rowling. Era a lei che volevo arrivare. A lei, che negli ultimi anni sta cercando di creare un filone letterario che si allontani da Harry Potter, ma che le consenta di continuare ad avere lettori fedeli. In questi giorni ha giocato nuovamente con i social, postando su Twitter l’iniziale e la finale del titolo del suo prossimo libro, per permettere ai suoi fans di indovinarlo. Dall’alto della competenza che mi deriva dall’essere un lettore appassionato di Harry Potter posso dire che non le sarà possibile replicare il successo avuto in passato. E non lo dico con disprezzo. Conoscete la vicenda editoriale del suo Il richiamo del cuculo? Fu pubblicato con lo pseudonimo di Robert Galbraith e ricevette un discreto riscontro di vendite che decollo solamente quando si seppe che dietro quel nome si nascondeva la grande scrittrice inglese. Decollo, ma non raggiunse comunque i livelli cui il maghetto la fece giungere. Molti si chiedono: ma questa donna non ne ha fatti abbastanza di soldi? Temo che queste considerazioni possano arrivare solo da non lettori. Sono convinto che la questione del denaro sia, soprattutto quando se ne ha così tanto da non saper come spenderlo, da non considerare. Uno scrittore non è così diverso da un lettore. Noi vogliamo leggere storie che ci coinvolgano, che ci facciano pensare, che ci nutrano. E sentiamo una mancanza immensa quando non ci riusciamo. Ci sentiamo sottoposti a una forma sana di dipendenza che ci porta ad altri libri, e poi ad altri ed altri ancora. Credo che per lo scrittore sia lo stesso. Sentirsi capaci di creare nuovi mondi e sentire il riscontro dei lettori che cercano il loro libro senza sosta e apprezzano diventa vitale e necessario. Il rapporto che si instaura tra lettore e autore è determinante e l’aspetto commerciale rischia di nascondere cosa ci sta dietro a vicende come questa: un sincero amore per la scrittura.

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