Se cercate un libro serio e di alta letteratura, classico a prescindere dal gusto dei lettori, con lunghe descrizioni e i discorsi diretti ridotti all’osso, ricco di riferimenti colti e introspezioni psicologiche, con trame a sorpresa inaspettate, non scegliete questo libro del 1938. Sì, perché Winifred Watson diede alle stampe Un giorno di gloria per Miss Pettigrew in quell’anno e leggendo la sua scrittura frizzante ed elegantemente ironica non si direbbe. Questo è un libro che certamente regala ore di spensieratezza e allegria, da cui è difficile sottrarsi. Ma nell’apparente banalità si possono trovare spunti interessanti. Si trova il condizionamento dell’educazione ricevuta in famiglia, la capacità di godere del qui e ora, la determinazione a utilizzare i ricordi positivi per far fronte ai momenti difficili della vita. E non ultimo, c’è la descrizione, tutta femminile, delle scelte, per noi uomini discutibili, dei partner. Anche se la trama è prevedibile e non ci sono particolari effetti a sorpresa, il testo risulta comunque coinvolgente.
La storia di Miss Pettigrew è semplice: quarantenne scialba e insicura, oltreché rassegnata zitella figlia di un pastore protestante, alla ricerca di un impiego come istitutrice, si reca all’indirizzo che l’agenzia di collocamento le ha fornito. Per una serie di malintesi, Miss Pettigrew si troverà catapultata in un mondo sconosciuto, fatto di bellezza, sensualità e leggerezza che le ricordano le pellicole cinematografiche che tanto ama vedere per sottrarsi alla banalità della propria vita.
Certamente è un libro che prediligeranno le donne, ma, preso con la giusta ironia, può essere letto con soddisfazione anche dagli uomini. Non ci sono pretese nella scrittura della Watson, ma certamente la sua penna non vi lascerà indifferenti.
Consigliato a chi vuole crearsi un’oasi di tranquillità in un periodo difficile e per chi ama la letteratura ironica, ma non scialba.