Del 1492 si ricorda sempre la scoperta dell’America e sembra sia accaduto solo quello. Ma l’8 aprile, un altro evento, molto più presente ai coevi, in Italia soprattutto, fu la morte di Lorenzo il Magnifico. Di lui ho parlato l’inverno scorso (qui) in un laboratorio di biblioterapia e devo dire che è un personaggio che fornisce parecchi spunti di riflessione: l’amore per la letteratura e la filosofia, la politica, le relazioni d’amicizia e d’amore.
Nacque il primo gennaio del 1449. Suo nonno era il famoso Cosimo e lui fu il terzo della famiglia a governare su Firenze. Famoso è il rapporto con il fratello Giuliano, che con lui governò per un certo periodo, così come famosa fu la congiura della famiglia Pazzi del 1478 da cui Lorenzo si salvò. La morte di Giuliano fu un duro colpo, anche per il senso di precarietà che per lungo tempo accompagnò il Signore di Firenze. L’ultima parte della sua vita fu accompagnato dalla figura ambigua di Girolamo Savonarola, da cui era stimato e condannato allo stesso tempo, e che tanti dubbi morali depositò in lui. Morì a 43 anni, provato dalla malattia. Anni dopo, le sue spoglie e quelle di suo fratello furono riesumate per essere depositate sotto un monumento costruito per loro da Michelangelo, che oggi possiamo ammirare nella basilica di San Lorenzo a Firenze.