Ognuno la può pensare come vuole, ma 300 (le fonti sono contraddittorie sui numeri) professori licenziati dalle università turche perché considerati contrari al governo non mi sembra una bella cosa. Ma essere insegnanti è molto più che svolgere un lavoro. Significa aiutare le menti a pensare in modo autonomo, a giudicare la realtà, a elaborare scelte ragionate. E deve essere la stessa filosofia di molti dei 600 professori turchi se hanno pensato di mettersi nelle strade e nelle piazze a tenere lezioni ai passanti. Molti dei loro ex allievi vanno ad ascoltarli, fuori dalle aule, consapevoli che non sono le pareti delle accademie a costituire il sapere. L’hanno chiamata Street Academy o Ankara Solidary Academy. Comunque la si voglia nominare, si tratta di ripartire dal sapere, dalla conoscenza, allontanando i populismi e le censure dal ragionamento delle persone. Ogni passante può assistere alle lezioni. E non si tratta di semplici trattazioni. I professori rimasti senza lavoro sono nomi eccellenti, menti illuminate che hanno avuto l’ardire di essere contrari all’attuale governo.
Spero che molti si fermeranno ad ascoltare le lezioni, magari per capire e verificare se il loro pensiero, considerato giusto fino a quel momento, lo è per davvero.