È insolito leggere un ciclo di gialli partendo dall’ultimo. E, probabilmente, sarà l’unico, anche se mi ha davvero appassionato questo libro di Maurizio De Giovanni. Il commissario Ricciardi e il suo brigadiere Maione, con tutta la schiera di personaggi che girano intorno a loro, non possono non affascinare il lettore che, in questa Italia fascista, si ritrova in una dimensione affascinante e coinvolgente. Rimango un lettore di gialli con dei limiti: ad un certo punto questa ricerca del colpevole anziché stimolarmi, mi infastidisce. Ma in questo, caso la bella scrittura, piana, ma piacevole, mi ha permesso di godere della trama interessante e dei personaggi, semplici eppure attraenti, con un risvolto psicologico interessante.
Consigliato a i tormentati in amore e agli estimatori di gialli inconsueti.