I modi in cui si può portare la letteratura alle persone sono tanti, non sempre ortodossi, spesso cercati in ambiti ben diversi da quelli della cultura convenzionale. Credo che questo sia anche il caso della Divina Commedia che ho utilizzato con una giovane paziente a cui l’ho offerta. Perché non si tratta del testo di Dante, seppure la storia sia quella. E neppure una versione facilitata per i più giovani. In realtà avevo nella mia biblioteca personale una copia dei tre volumi della Divina Commedia ideata e disegnata da Go Nagai, disegnatore che conoscono bene coloro che sono stati bambini alla fine degli anni Settanta come il papà di Goldrake. I puristi da oggi mi eviteranno per strada, ma ho avuto non poca soddisfazione nel rilevare che, nonostante la mia giovane paziente non fosse particolarmente attratta dalla letteratura, non abbia resistito ad affacciarsi verso un linguaggio moderno per ritrovare una storia antica. Di fatto, seppure in sembianze non abituali, ha passato qualche ora nella sua stanza d’ospedale in compagnia di Dante Alighieri e delle sue avventure nell’Oltretomba. Diversamente, se non tra le pareti della scuola media, non sarebbe mai accaduto. Magari sarà il primo passo per arrivare un giorno al testo originale, chissà
Pensiamoci: le vie della letteratura possono davvero essere infinite.
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