04/11/2011
E’ un classico della letteratura americana del Novecento questo libro di Betty Smith. Un albero cresce a Brooklyn ha qualcosa di magico nella descrizione delle quotidianità. E’ considerata un Dickens americano, ma credo che il paragone sia riduttivo. Lo sguardo di Betty Smith sulla miseria umana, sulle piccole felicità che poi sono le grandi, hanno un tocco particolare. Forse per il fatto di essere una donna? Non so rispondere, non conosco altri testi di questa autrice che scriveva nel 1943 questo libro che ebbe influssi su vari settori della cultura americana. C’è un brano che mi ha fatto capire quanto sia profonda questa sua capacità. Scrive nel libro:
A Francie piaceva molto un gioco di sua invenzione che consisteva nell’immaginare che le persone somigliassero al loro animale e vicevera. I piccoli barboncini bianchi erano a quell’epoca gli animali di moda a Brooklin. La signora che possedeva un barboncino era in generale piccola, tozza, bianca, con gli occhi cisposi come il suo cane.
Questo brano non vi ricorda La carica dei 101? Chissà, magari Disney questo libro l’aveva letto anche lui.