Potrebbe stupire un po’ che un regista sia in grado di scrivere un libro emotivamente coinvolgente e piacevole, ma non dovrebbe. In fondo, anche un regista è un artista e con i suoi strumenti racconta storie. Questo di Ferzan Özpetek è un romanzo autobiografico che si nutre di sentimenti provenienti dal passato, ma che influenzano il presente. Si tratta di un viaggio nella memoria dettato dall’esigenza di tornare nella casa natale ora messa in vendita. Presente e passato si intersecano. Nel passato, il piccolo Ferzan vive a Istanbul dove suo padre, il grande assente, s’impone trasformando il sentimento dell’amore puro del giovane ragazzo per un altro ragazzo in senso di vergogna. Una madre vivace e affascinante che brilla come una stella ruoterà attorno al destino del giovane che si fa adulto. E la città di Istanbul che al lettore appare come un luogo magico. Nel presene c’è il desiderio di recuperare i sentimenti antichi e di capire i cambiamenti politici di una Turchia che sta cedendo il passo alla tirannia che trascura la cultura a favore di una religiosità rigida e belligerante. Libro dolce, caldo e intelligente.
Consigliato agli amanti della Turchia e dei sentimenti profondi.