Un po’ di Shakespeare per celebrare il vero amore

Poter leggere un sonetto di Shakespeare al matrimonio di Elena e Sara è stato un piacere oltreché un onore. A due amiche verso cui sono legato anche grazie al comune amore per i libri non potevo non dedicare una lettura d’amore. La scelta del brano non è stata così scontata come potrebbe apparire. All’inizio pensavo di scegliere tra i sonetti shakespeariani che alcuni, tra cui Oscar Wilde, considerano dedicati a un giovane attore di cui il bardo si era invaghito. Congetture, certo, ma che ben potevano rappresentare l’amore omosessuale in forma di poesia. Ma anche questo amore non è diverso da qualsiasi altro, mi sono detto: a che serve sottolineare le differenze? Sono tornato per questo motivo alla scelta che mi trovo a compiere spesso quando cerco un testo d’amore: utilizzare il sonetto 116. Parla di amore in modo appassionato e universale, dove non è possibile trovare riferimenti specifici e in cui tutti gli innamorati possono specchiarsi. E’ stato con vero piacere che mi sono dedicato a questa lettura durante la cerimonia civile celebrata dall’assessore alla cultura di Camerano (AN) Ilaria Fioretti che, con estrema sensibilità e partecipazione, ha contribuito a rendere davvero emozionante questo momento. L’affetto che mi lega a queste due spose e la scelta che mi è venuta dal cuore mi rende certamente poco obiettivo, ma più leggo questo sonetto e più sento forte la capacità della poesia di penetrare i sentimenti.

Elena e Sara, vi voglio bene!

Non sia mai che al matrimonio di due anime fedeli
io ponga impedimento: non è amore l’amore
che muta quando scopre mutamenti
o tende a ritirarsi quando l’altro si ritira.
Ma no, l’amore è un faro sempre fisso
che guarda le tempeste e mai vacilla;
è la stella polare di ogni barca errante,
e il suo valore è ignoto pur quando se ne calcoli l’altezza.
L’amore non è zimbello del Tempo, anche se
labbra e guance di rosa cadono nel compasso
della sua falce curva. L’amore non muta
per la sua breve durata, ma resiste fino al Giudizio.
Se questo è errore e me ne vien data la prova,
io non ho mai scritto e nessuno ha mai amato.
William Shakespeare

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