Da un po’ di tempo ho cominciato a utilizzare Instagram per parlare di libri e di Biblioterapia. Bello, non c’è che dire. Ma l’utilizzo dei social con scopi non ludici contiene delle contraddizioni insite nel sistema. Intanto, si ha l’impressione che usando più social si parli sempre alle stesse persone, senza possibilità di stabilire contatti nuovi. “Il tuo amico Mario è su Instagram, vuoi invitarlo?” e parte una migrazione di massa dei tuoi amici di Facebook da un social all’altro così, quando invii lo stesso post su tutti, hai l’impressione di dire la stessa cosa alle stesse persone per più e più volte. Per quanto mi riguarda, certi strumenti servono a me per apprendere delle cose o per trarre delle ispirazioni. Instagram è sicuramente tra questi perché l’immediatezza della foto e del suo significato velocizza un processo altrimenti lento e dispendioso in termini di tempo. Nel concreto, mi piacciono le foto dei libri in tutte le sue varianti, anche artistiche, per catturare titoli nuovi e carpirne l’essenziale dalla breve trama che solitamente trovo. Il problema è che man mano che inserisci nuovi following, ti ritrovi immagini di esibizionisti incalliti (ma dove lo trova il tempo la gente di fotografarsi trenta volte in un giorno e postarlo con tanto di filtri???) e cibo. Tanto cibo. E sciatteria. Io non ho problemi a mostrarmi la mattina appena sveglio (e non è un bel vedere!), ma da qui a mostrarsi al mondo ce ne vuole. Parliamo di libri. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché dovrei soffermarmi a guardare i video di quella che viene definita “una meraviglia”, ovvero l’aprire il pacco Ibs o Amazon contenente dei libri. Scusate ancora, ma io i libri li adoro, quando vado in libreria torno a casa con le borse piene come fossi stato al supermercato e sono orgoglioso e felice dei miei acquisti. Ma celebrare l’apertura delle borse e mostrarne il contenuto come fosse oro mi sembrerebbe davvero un’esagerazione. Provate a guardarne una trentina, al trentunesimo l’istinto di dedicarvi a un nuovo sporto chiamato “lancio del telefonino” sarà forte.
Ringrazio quelli su Instagram che mi hanno mostrato foto di libri di edizioni che non conoscevo, con copertine bellissime. E quelli che mi hanno fatto scoprire titoli nuovi e che senza scrivere sotto “vuoi sapere cosa ne penso? Vieni a trovarmi sul mio blog” hanno riassunto in cinque righe tutto quello che mi serviva per decidere se leggerlo. Particolare gratitudine la provo per quelli che sanno selezionare una porzione breve, e non una pagina intera, di testo che sia significativo per capire quanto ti piace il libro o per farti apprezzare delle poesie. Di queste ne ho trovate alcune meravigliose. Ecco, a questo mi serve Instagram. E se da domani i miei follower fuggiranno perché indignati da queste opinioni, spero che quelli più utili rimarranno a insegnarmi cose nuove sul mondo dei libri.