Il libro di Maxence Fermine dal titolo Neve vagava tra l’ammasso di tomi del mio studio da tempo immemorabile. In questi giorni un paziente del reparto di fibrosi cistica ha chiesto a un lettore volontario proprio questa lettura e non ho potuto resistere alla curiosità. Ho scoperto così un piccolo libro dal senso poetico smisurato. Oltretutto l’haiku, genere poetico giapponese che si serve di diciassette sillabe, è un componimento poetico che conoscevo già, studiato come strumento nell’ambito delle tecniche di counselling, quindi anche come biblioterapia. Un regalo casuale, un momento di serendipità che mi ha fatto scoprire una storia d’amore straordinaria. Amore per la poesia, per una donna, per l’arricchimento interiore. Mi sembra di vederla la funambola. E mi sembra di vedere la neve, descritta nel suo bianco come in pochi libri che ho letto.
Consigliato agli animi poetici, a quelli romantici e a quelli filosofici.