E’ ormai giunta al termine una settimana piuttosto impegnativa. Per fortuna c’è la biblioterapia e la necessità di portare avanti le diverse iniziative che mi sono posto a rinfrancarmi. E per farlo devo organizzarmi in modo millimetrico. Per arrivare a fine anno con tutte le scadenze fissate, ho dovuto svolgere due incontri all’Università Popolare di Sona questa settimna, così da recuperare quella che mancherò nelle prossime per impegni vari.
E’ bello rivedere i corsisti in due sere ravvicinate. E’ come quando vai a scuola e, giorno dopo giorno, la conoscenza aumenta velocemente e ti puoi parlare con sempre maggiore intimità. Gli argomenti trattati sono stati di quelli non da poco: l’amore per il lavoro e l’amore per i figli.
Il primo caso è alquanto anomalo. Quanti di noi amano il proprio lavoro? Forse non molti. Ma quanti vorrebbero svolgere un lavoro che amano? Certamente tutti noi. Dice Confucio: “Scegli un lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno della tua vita”. Sembra facile, ma non lo è. Per questo argomento ho scelto due testi. Il primo è Piano meccanico di Kurt Vonnegut, incredibile libro futurista pubblicato nel 1952, che sembra raccontarci la nostra vita di oggi. Il secondo è Il diritto di contare, saggio storico che parla del contributo mai riconosciuto delle donne di colore in America nell’aeronautica militare prima, e dei lanci spaziali poi, partecipando in modo decisivo allo sbarco dell’uomo sulla luna. In entrambi i casi il desiderio di riuscire nel lavoro appare primario per la realizzazione personale e su questo abbiamo riflettuto.
Il secondo argomento riguarda l’amore per i figli. Lo abbiamo guardato da diverse angolatura perché alcuni di noi nel gruppo sono genitori, ma tutti noi siamo figli. Lettera a mio figlio sulla felicità di Sergio Bambarén è stato il libro da cui siamo partiti, che contiene davvero tante suggestioni e ti abbraccia con un’emotività incredibile. Con Le difettose di Eleonora Mazzoni abbiamo ragionato sull’amore per i figli di coloro che figli non ne hanno, ma sono sovrastate da un incredibile e talvota pressante desiderio di averli e amarli.
La prossima tappa sarà l’amore per i genitori. Altro punto di vista, altra sfida per la biblioterapia.