Nella settimana dedicata alla Giornata della Memoria non è possibile ignorare il Rogo dei Libri del 10 maggio 1933. E’ da quel momento che la libertà venne messa seriamente in discussione, in ogni sua forma. Goebbels, ministro per la propaganda nazista, tenne in quell’occasione un discorso che, oltre ai libri, infiammò gli animi, conscio che quell’atto simbolico avrebbe esaltato gli adepti e mortificato i nemici.
Qui avevo già parlato del monumento collocato a Bebelplatz, ma senza riportare la foto della targa commemorativa (potete vederla qui sopra) posta accanto a questa enorme biblioteca posta sotto la piazza.
La scritta sul perimetro recita: Dort, wo man Bücher verbrennt, verbrennt man am Ende auch Menschen – Laddove i libri si bruciano, si bruceranno alla fine anche gli esseri umani. Si tratta della famosa frase che Heinrich Heine, in tempi non sospetti, scrisse nella tragedia Almansor.
La frase al centro afferma: an dieser stelle verbrannten am 10 mai 1933 nationalsozialistische studenten die bucher von schriftstellern, wissenschaftlern publizisten un philosophen – In questo punto il 10 maggio 1933 gli studenti nazionalsocialisti bruciarono i libri di scrittori, scienziati, editori e filosofi.
Può un monumento essere efficace nel cercare di insegnare il rispetto dei diritti e delle libertà? E’ vero, i monumenti possono essere abbattuti e le idee possono cambiare. Dopotutto anche quelli nazisti, in virtù di questa possibilità, sono scomparsi, quindi non è uno svantaggio. Ma ci sono valori universali che dovrebbero essere incancellabili. Ma l’unica cosa che può essere incancellabile è la memoria che conserviamo dentro di noi. E’ per questo che la dobbiamo rafforzare. Rafforzare con la visita ai monumenti. Rafforzare attraverso le commemorazioni. Ma, soprattutto, rafforzare leggendo libri.