Si può rimanere sorpresi nel sentirsi coinvolti completamente leggendo un testo breve e straniti nel considerarlo possibile. Eppure Il ricordo di una vita di Francesca Rossi ha questo pregio. Sono stato invitato a leggerlo per prepararmi a intervenire a un convegno dal titolo Non sopravvivere, vivi! Come essere protagonisti della propria vita nelle avversità a cui parteciperò questo pomeriggio. Si parlerà della difficile convivenza con la Fibrosi Cistica, malattia genetica che grazie ai progressi della medicina non è più così terribile, ma rimane difficoltoso conviverci. Francesca Rossi conosce in prima persona questa malattia e nel suo libro le dà voce, nel vero senso della parola, e descrivere la protagonista che nasce con la Fibrosi Cistica, ma scopre come la sua vita sia molto di più della patologia che l’ha colpita. Il viaggio è il perno del suo cambiamento, con le sue angosce ma, soprattutto, con le sue risorse. La scelta dell’autrice di mantenersi all’interno di poche pagine risulta funzionale a una lettura che non spaventa, attuabile da chiunque per comprendere sentimenti e situazioni, riuscendo a coinvolgere il lettore. I luoghi descritti non sono solo luoghi fisici, ma anche luoghi dell’anima. E se l’esperienza dell’autrice è particolare, il suo messaggio è universale: la vita è una sola, per chiunque, e non va sprecata.
Consigliato a chi conosce persone con la Fibrosi Cistica e vuole comprenderle meglio e ai pessimisti che non credono nel valore della vita