Quando termino uno dei libri della saga Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, meglio conosciuta come Il trono di Spade, sento come se avessi portato a termine un’impresa (qui la recensione del primo e qui del secondo). E’ la soddisfazione di aver raggiunto la fine realizzata con la lettura di più di un migliaio di pagine. Non per questo mi sono lasciato scoraggiare, anche se credo sia il punto debole dei libri di G.R.R. Martin. In alcuni momenti è stato difficile proseguire: troppe descrizioni, troppi nomi, troppe storie che non si concretizzavano. Nonostante ciò, rimane intatta la magnificenza della trama e la ricca analisi dei personaggi che pensano e si battono in un mondo di valori e disvalori che convivono. Ed è forse questo che rende attraente Il trono di Spade: il bene e il male convivono, esattamente come nella vita vera. Il fascino del fantasy è sicuramente fondamentale per attirare gli appassionati del genere. Ma letti in contro luce sono libri che permettono al pensiero di volare oltre la fantasia per approdare a confrontarla con la realtà. E mai fu più appropriato dire: volare sul dorso di un drago.

Biblioterapia in biblioteca e a scuola
Ci è voluto un anno, ma ne è valsa la pena. Dal 18 aprile saranno disponibili in tutte le librerie fisiche e online gli atti