Questo pomeriggio terrò una lezione inserita in un percorso formativo destinato agli operatori socio-sanitari dal titolo La parola nella relazione d’aiuto. Venticinque professionisti di varie discipline, sia medici che non medici dell’ULSS 2, saranno i miei compagni di viaggio per attraversare insieme il mondo della biblioterapia e provare a conoscerla.
Ogni volta che mi dedico a questo tipo di attività, soprattutto quando il gruppo non è troppo numeroso, ne esco entusiasta e spero sarà così anche questa volta. E’ certamente vero che chi partecipa a corsi che riguardano la comunicazione e la relazione si auto-seleziona e perciò avrò buone probabilità di incontrare persone motivate. E’ con gruppi di tale conformazione che spesso si riesce ad andare oltre alla classica lezione frontale e ad arrivare a un interscambio tale, tra docente e discenti, da creare un dibattito che crea un’opportunità di crescita professionale ulteriore, sia di chi apprende sia di chi insegna. E non si tratta della produzione di un dialogo qualsiasi, ma della nascita di esperienze che nascono dall’amore per i libri e, quindi, su di un piano completamente diverso dalla formazione consueta. Insegnare i modi di utilizzare la biblioterapia come tecnica è una cosa, ma condividere la passione per i libri e fonderla con l’attività sanitaria è qualcosa che non è semplice da generare e i cui risultati in termine di ricaduta pratica possono essere veramente notevoli. Sarà così anche stavolta? Da parte mia, ce la metterò tutta perché questo avvenga.