Con la lettura di questo libro ho terminato la Trilogia della Pianura di Kent Haruf (qui e qui i primi due libri letti), che si chiude definitivamente con Le nostre anime di notte.
Inizialmente non avevo capito come procedere nella lettura, ma ora ho finalmente compreso che, al contrario di quello che mi era stato detto da molti, esiste una sequenza di lettura ed è questa:
1. Canto della Pianura
2. Crespuscolo
3. Benedizione
4. Le nostre anime di notte.
Non so se la causa sia stata l’abitudine alla scrittura di Haruf che ho sviluppato nelle letture precedenti, ma Crepuscolo non mi è piaciuto quanto gli altri. Detto questo, considero molto bella la scrittura piana di Haruf, e la sua capacità di farti vedere ciò che accade a Holt è notevole.
La trama di questo secondo libri si aggancia al primo, con l’aggiunta di alcuni personaggi. Vengono trattati i temi del lutto, delle famiglie disagiate, della possibilità di nuovi inizi: un anziano perde in un particolare incidente il proprio amato fratello; una famiglia seguita dagli assistenti sociali non riesce a impedire che i propri figli vengano maltrattati da un vecchio zio che si insinua nelle loro vite; un ragazzo orfano che vive con il nonno e si trova a condividere la solitudine con una coetanea i cui genitori si stanno separando.
Vite semplici quelle che si vivono nella città di Holt, ma sempre ricolme di lenta e piena linfa vitale.
Consigliato agli amanti di Haruf e dei racconti della campagna americana.