Tra le diverse funzioni dei Graphic Novel, qui è stata resa in modo eccellente quella politico-sociale. Marjane Satrapi è stata tra i fondatori di questa mission provocando entusiasmi e titubanze allo stesso tempo. Persepolis racconta la vita dell’autrice nell’Iran del passaggio verso la repubblica islamica con tutte le contraddizioni che essa rappresenta. E’ chiaro che il suo è un punto di vista privilegiato, costituito da una famiglia dalle idee democratiche e liberali che le concede un’apertura mentale molto ampia, impensabile in altri contesti culturali. Tuttavia, il linguaggio del fumetto permette una lettura facilitata per chiunque. Attenzione: facilitata non significa semplicistica. Personalmente fatico a leggere un Graphic Novel poiché sono abituato a rappresentarmi le immagini nella testa attraverso pagine fitte di testo, ma credo che per molti sia esattamente il contrario. Qui hanno la possibilità di entrare in contatto con argomenti e ragionamenti profondi e talvolta complicati attraverso l’immediatezza dell’immagine. Inoltre, lo spessore del libro non fa paura perché, data la quantità di testo ridotta, si è rassicurati che la conclusione non è lontana.
Persepolis non ha un disegno particolarmente curato, esattamente come in Maus. Leggendolo ho avuto l’istinto spontaneo di accostarlo Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, capolavoro di grande attualità.