Esattamente cinquant’anni fa moriva Martin Luther King Jr. Esattamente cinquant’anni fa veniva ucciso il simbolo moderno della non-violenza e del rispetto dei diritti civili. Scrivo Martin Luther King, ma dovrei invece appellarlo come reverendo King. Sì, perché era un ministro di culto e nel nome di Dio reclamava l’emancipazione dei diritti dei neri d’America, mentre, allo stesso tempo, i bianchi imponevano, sempre in nome di Dio, le leggi razziali. Bella confusione, in grado di scomparire leggendo i discorsi di Martin Luther King che personalmente ho apprezzato in una edizione italiana del 1993 (che ho letto quello stesso anno), ma stampata negli Stati Uniti nel 1976 con un’introduzione della moglie, Coretta King. La meraviglia dei suoi discorsi è incredibile: chiarezza, forza, entusiasmo. C’è tutto questo nelle pagine da lui vergate e declamate come pochi uomini sapevano e sanno fare. Questa stessa edizione non è più stata ristampata, ma potete trovare una grande quantità di suoi scritti pubblicati in diverse vesti.
Ma dietro questo anniversario c’è anche altro. L’assassinio di King avvenne pochi anni dopo quello Kennedy e allo stesso modo rimane nell’ombra la verità di chi veramente volle e realizzò l’omicidio. Un uomo che era riuscito a mettere in ginocchio la società dei bus promuovendone il boicottaggio avviato da Rosa Parks, che aveva trasformato la non-violenza di Gandhi in un nuovo modo di combattere e che entrando in carcere aveva saputo uscirne volando sulla pagina della sua famosa Lettera da un carcere di Birmingham, non poteva rimanere impunito.
Se per noi italiani celebrare questo anniversario, magari con una lettura, serve per riflettere sul suo grande sogno e l’importanza di avere sogni, per gli americani è ben diverso. Oggi il Washington Post parla della necessità di guardare al suo ultimo periodo di vita, quello più buio , quando la delusione e la fatica e la battaglia di Martin Luther King Jr.si facevano più forti. Ma lui seppe resistere e rimanere fedele alla sua idea. Ed è questo che per l’America occorre ancora fare. Perché se non sono altrettanto bui questi anni…