Ogni settimana un post sarà dedicato a come, quando e perché utilizzare un libro in biblioterapia. Attenzione: anche se in quantità moderata, contiene spoiler.
Stoner di John Williams è un libro che utilizzo nei laboratori di biblioterapia per parlare di amore e di passione. Ecco uno dei brani che utilizzo:
Quand’era giovanissimo, Stoner pensava che l’amore fosse uno stato assoluto dell’essere a cui un uomo, se fortunato, poteva vere il privilegio di accedere. Durante la maturità, l’aveva invece liquidato come il paradiso di una falsa religione, da contemplare con scettica ironia, soave e navigato disprezzo, e vergognosa nostalgia. Arrivato alla mezza età, cominciava a capire che non era né un’illusione né uno stato di grazia: lo vedeva come una parte del divenire umano, una condizione inventata e modificata momento per momento, e giorno dopo giorno, dalla volontà, dall’intelligenza e dal cuore.
Le ore che prima trascorreva nel suo ufficio a fissare il paesaggio che scintillava e svaniva sotto il suo sguardo vuoto, adesso le trascorreva con Katherine. Ogni mattina presto andava nel suo ufficio e si sedeva inquieto alla scrivania per dieci o quindici minuti. Poi, incapace di trovare riposo, usciva dalla Jesse Jall e vagava per il campus fino alla biblioteca, dove restava a curiosare tra i libri per altri dieci o quindici minuti. E alla fine, come in un gioco con se stesso, poneva fine a quella sospensione che si era imposto, scivolava fuori da un porta laterale della biblioteca e si recava a casa di Katherine.
Lei spesso lavorava fino a notte fonda e a volte, quando andava a trovarla di mattina, Stoner la scopriva appena sveglia, sensuale e ancora calda di sonno, nuda sotto la vestaglia blu che si era infilata in fretta per aprirgli la porta. In quelle mattine facevano l’amore ancora prima di aprire bocca, sdraiandosi sul lettino ancora sfatto da cui si era alzata.
Qui non si parla di amore e passione inquieti. Qui c’è l’amore di un uomo che non ha mai conosciuto la passione e si ritrova a scoprire aspetti del rapporto di coppia di cui non conosceva l’esistenza. Si tratta di un amore extra-coniugale, ma non per questo volgare e ingiusto. Stoner è un uomo mite e onesto, che si è ritrovato in un matrimonio desiderato, ma non ha preso la strada che avrebbe dovuto. Le domande stimolo che potrebbero essere poste in biblioterapia sono:
- Può esistere trasporto e passione in una coppia stabile?
- Perché Stoner non è stato in grado di portare nel proprio matrimonio la passione e, soprattutto, la complicità che è riuscito a stabilire con la propria amante?
- La scelta conclusiva fatta da Stoner di soffocare i propri sentimenti è stata giusta?
Come tutti i libri, possono essere usati in biblioterapia in modi differenti e su diversi argomenti. Sono rimasto spiazzato quando un mio paziente ha affermato di non apprezzare Stoner perché è un perdente che non ha lottato per il successo come, a suo avviso, dovrebbe fare un uomo forte. Non ho potuto fare a meno di mostrargli un punto di vista diverso. Stoner è una persona quieta, che non alza la voce e che in alcuni casi subisce gli eventi. Ma è anche vero che era figlio di contadini e che ha saputo cambiare strada diventando un professore universitario, conquistandosi un ruolo che solo la sua volontà ha reso possibile. Ha saputo anche impuntarsi, ma proprio per il suo carattere fermo e corretto, in alcune circostanze ha compromesso il proprio successo professionale. In questo caso le domande stimolo possono essere:
- Cosa significa essere persone di successo?
- E’ possibile essere persone di successo senza compromettere i propri principi?
- Stoner ha scelto di non rinunciare ai propri principi e ne ha subito le conseguenze: è giusto o ha esagerato e avrebbe dovuto cedere in virtù dell’interesse personale?
John Williams è una penna magica. Riesce a conquistare il lettore pur raccontando la semplice vita di un uomo, senza bisogno di descrivere avventure rocambolesche ed eroismi intrepidi. Adatto a qualsiasi livello culturale, poco adatto agli adolescenti e ai giovani.