Il Salone del Libro 2018 si è appena concluso e gli apprezzamenti si sono già fatti sentire. Quelli come me, che non hanno potuto partecipare, si sono dovuti accontentare di seguirlo attraverso i social. Devo dire che il sito stesso è più che completo, con eventi da poter seguire in streaming, foto, resoconti e quant’altro. Ma lasciarsi coinvolgere dall’entusiasmo dei lettori comuni che a stento trattengono fanciullesche grida per la gioia ripresi da video e foto postati su Instagram e Facebook è qualcosa di particolare. Belli gli spezzoni che Saviano mandava in diretta su Instagram, ma il ragazzino dallo sguardo adorante sul suo scrittore preferito o la giovane che osservava Zerocalcare firmare copie del suo ultimo lavoro, solo per fare qualche esempio sono riusciti a trasmettere un senso di empatia ben più forte. Le immagini delle fila interminabili davanti all’entrata di questo o quell’evento hanno reso palpabile le sensazioni vissute, attese gioiose nella marea di persone amanti dei libri. Esattamente come gli abbracci e i sorrisi di “colleghi di book-blog” che si sono ritrovati sul comune campo di lavoro e magari si sono conosciuti fisicamente per la prima volta.
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede