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Biblioterapia per le coppie: “La versione di Barney”

Ogni settimana un post sarà dedicato a come, quando e perché utilizzare un libro in biblioterapia. Le domande suggerite sono per coloro che tengono laboratori di biblioterapia, ma anche per chi vuole utilizzarle da solo leggendo il libro. Attenzione: anche se in quantità moderata, contiene spoiler.

 
La difficoltà di parlare di dinamiche di coppia sta nella varietà di meccanismi che le sottintendono. La versione di Barney ci permette di osservarne più d’uno in quanto Barney ha avuto diverse mogli e si è ritrovato in situazioni differenti.
 
Lo so che se fossi stato meno insensibile Miriam non se ne sarebbe andata. D’accordo, mea culpa. Ciò non toglie che continuare a difendermi dai suoi giudizi mi sembra sbagliato.
 
Barney nel libro parla in prima persona e pone un punto di vista maschile e maschilista. Non per questo è privo di sensibilità:
C’è stato un tempo in cui osavo sognare che Miriam e io, superati i novanta, saremmo spirati insieme, come Filemone e Bauci. E allora un munifico Zeus, con un lieve tocco del caduceo, ci avrebbe trasformato in due alberi vicini, coi rami che si sfiorano d’inverno, le foglie che si intrecciano a primavera.
 
Miriam è l’ultima moglie, la più amata, madre dei suoi figli e mai più dimenticata. Riesce sempre a far capitolare Barney e comprende i suoi bisogni. Ma non rinuncia a se stessa. Il punto di vista maschilista di Barney permette meglio di comprendere i limiti dei suoi atteggiamenti:
Il senso di colpa mi faceva oscillare tra aggressività e rimorso. Quando avevo bevuto abbastanza pensavo che in fondo non avevo fatto niente di male, e che l’errore semmai era stato di Miriam. Come aveva potuto pensare che fossi irreprensibile, estraneo alle tentazioni? Gli uomini non sono fatti così, ogni tanto sbandano, e io ero un uomo, no? Per averla tradita una volta sola in trentun anni mi sarei meritato una medaglia, non una predica.
 
L’umorismo di questo libro è semplicemente incredibile. Vengono prese in considerazione questioni non solo di coppia, ma anche riguardo l’amicizia, la paternità, la malattia e la morte. Sono questioni serie e non facili. Eppure Barney è irriverente e divertente al punto che leggendo ci si deve interrompere per terminare la risata che, di tanto in tanto, lascia senza fiato.
E’ difficile non parteggiare per Barney, nonostante tutto.
Possiamo chiederci:
  • Poteva Barney essere diverso da com’era?
  • E’ possibile aspettarsi un cambiamento nel partner quando si conoscono alcune peculiarità  caratteriali difficilmente modificabili? Ed è giusto pretendere tale cambiamento?
  • Fin dove ha senso trovare un compromesso?
  • Può l’amore non essere sufficiente per proseguire un rapporto di coppia? Oppure: può un rapporto dove c’è amore naufragare o neppure avere inizio?
L’argomento è vastissimo e servirebbero altri testi per toccare più punti. Ma questo splendido libro di Mordecai Richler se non farà ritrovare l’equilibrio di coppia, certamente regalerà splendide emozioni e tante risate.

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