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Pregiudizi che bloccano la biblioterapia

C’è un grave pregiudizio che spesso si viene a creare nell’utilizzo della biblioterapia. Esso si insinua anche nei professionisti più preparati, anche nei più motivati, fuorviati dalle apparenze. Lo sappiamo: la biblioterapia deve essere talvolta svincolata dal concetto di cultura, eppure non è sempre facile applicare questo concetto. E’ così che di fronte a una persona che appare di basso livello culturale si tende a non proporre un libro da leggere, anche solo per svago.
Questa estate un signore africano senza fissa dimora è stato ricoverato nel mio reparto. Persona estremamente tranquilla, era evidentemente annoiato per l’inattività forzata. Poteva apparire una noia seccata, impaziente, pur in una condizione di estremo rispetto per il luogo che lo accoglieva. L’idea di proporre un libro come passatempo mi ha colto, ma con degli interrogativi: sarà una persona che ama la lettura? Oppure lo metterò in imbarazzo poiché un suo rifiuto sottenderebbe implicitamente la sua scarsa cultura ai suoi e ai miei occhi? E se invece sarò fortunato e accetterà un libro, quale sarà la lingua che leggerà?
Mi sono buttato e sono stato fortunato. Quasi. Sì, era amante della lettura, ma leggeva solo l’inglese. Nel nostro reparto è presente una biblioteca che funziona sotto forma di book-crossing, così da poter avere tanti libri che circolano in reparto senza bisogno di un bibliotecario. La cosa funziona, ma impedisce una tracciabilità dei libri e recuperarli al momento opportuno non è cosa semplice. E difatti trovare dei libri in inglese è stato complicato poiché quelli che abbiamo sono poche unità su cinquecento volumi. In quel mare magnum di tomi presi e risistemati senza nessun ordine è stata dura. Ma la soddisfazione che ho provato quando quel paziente ha iniziato una lettura serrata e concentrata mi ha ripagato non poco. E ha generato in me altri interrogativi: perché facciamo così fatica a portare libri laddove ce ne sarebbe più bisogno? Quanto i nostri pregiudizi ci condizionano? E perché la nostra fiducia nei libri vacilla quando ci allontaniamo dai luoghi tradizionalmente deputati alla lettura? Ricordiamocelo: se il bibliotecario si occupa dei libri e dei lettori in biblioteca, il biblioterapista si occupa dei libri e dei lettori in ogni luogo. Questo è il bello, ma anche il difficile di un ruolo che ha ancora molta strada da percorrere per affermarsi.

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