La scorsa settimana ho trascorso un periodo al mare: avevo programmato l’autopubblicazione dei post (che è stata un fiasco), preparato sul cellulare il necessario per intervenire manualmente sul sito (ma non c’era campo ovviamente solo per il mio telefonino) e caricato il mio e-reader di un numero imprecisato di libri. L’e-reader non mi ha tradito e ho potuto godermi tre libri in tutta tranquillità. Non solo. La mia lettura è stata accompagnata in modo del tutto particolare. Capita anche a voi di non sentire i rumori attorno a voi quando leggete? A me sempre. Mi infastidiscono le persone che parlano, la mia testa fatica a non seguire i loro discorsi. Ma i rumori, niente: si dissolvono sotto le pagine dei libri. Leggendo sul balcone, davanti al mare, capitava un piccolo miracolo. Il suono del mare si cancellava, io entravo nei miei libri e ne riemergevo di tanto in tanto. Era in quel momento che il suono del rifrangersi delle onde mi arrivava. Allo stupore delle emozioni che il libro mi procurava si univa il piacere del mare che mi parlava. Rimanevo così pochi minuti e poi mi riimmergevo, come se lo si potesse fare esattamente come lo si fa nell’acqua: basta suoni, ma solo pensieri. Credo che, sì, sia proprio così. Le pagine dei libri sono un elemento vivo com’è viva la natura. Com’è vivo il mare, la sua flora e la sua fauna. Mi piace vederla così. Forse è la mia natura eccessivamente emotiva. Ma se non permettiamo alle emozioni di lasciarsi sollevare dalle parole scritte, che leggiamo a fare?
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede