Questa sera al corso di Biblioterapia dell’imperfezione, parleremo di uno dei difetti meno importanti nella vita, ma più sentiti: l’aspetto fisico.
Cosa significa “bruttezza”? Che conseguenze ha l’aspetto fisico nelle relazioni interpersonali? E nella nostra autostima? Parleremo di questo e di altro questa sera all’Università Popolare di Sona.
Uno dei brani che presenterò è tratto da Il trono di spade di George R.R. Martin. In questo fantasy c’è un personaggio brutto e cattivo: il principe Tyrion. In realtà questo nano dal sangue reale ha del buono dentro di sé ed è capace di superare le proprie imperfezioni fisiche per affermarsi. E’ consapevole di essere più intelligente di molti altri, ma non finge di non essere fisicamente imperfetto e meno abile.
Un secondo personaggio di cui parlerò è Quasimodo di Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, classico della letteratura che ha davvero molto da insegnarci a proposito di aspetto fisico e di come questo viene giudicato. In questo caso possiamo ragionare anche al modo diverso in cui esso viene giudicato nelle diverse epoche storiche.
Ma il libro a cui tengo in modo particolare è Faccio salti altissimi di Iacopo Melio. Si tratta dell’autobiografia di questo ventenne toscano in sedia a rotelle dalla nascita con tutta una serie di problemi fisici, che non gli anno impedito di diventare un brillante comunicatore e scrittore. Il libro è davvero coinvolgente e l’aspetto che maggiormente vorrei portare all’attenzione dei corsisti è il suo modo di vedere, nonostante tutto, il lato positivo della vita. E’ una chiave di lettura che può essere particolarmente efficace se proviene da un libro che potrebbe essere un concentrato di lamentele e che, invece, è un misto di positività e creatività, senza però fingere che i problemi non esistano.
A stasera, quindi, ai miei corsisti. E alla settimana prossima ai lettori che ogni mercoledì desiderano un anticipo del laboratorio di Biblioterapia che sto tenendo a Sona.
