Mi sono perso! Non che sia una novità, chi mi conosce sa che a ogni mio viaggio verso un luogo ignoto corrisponde uno smarrimento certo. Anche quando mi muovo nella mia città. La settimana scorsa dovevo recarmi a Quinzano, frazione di Verona. Avevo l’indirizzo esatto, avevo Google maps, ma anche la testardaggine di voler svoltare dove non avrei dovuto. Mi sono trovato in una stradina a doppio senso in cui c’era spazio per una sola auto. Una volta infilato il viale non ho potuto retrocedere anche se il sospetto di aver sbagliato strada mi è venuto. Il cellulare mi diceva che la mia meta era, in linea d’aria, non molto lontana. Allora ho parcheggiato. Mi sono trovato ai piedi di chiesa (la chiesa di San Rocco). E ho visto libri. Su una cancellata c’era una stazione di bookcrossing, o, se vogliamo, una spartana little free library. Ovviamente ho fatto una foto e, stavolta seguendone le indicazioni, mi sono lasciato guidare dal cellulare.
Al mio ritorno mi attendeva una nuova sorpresa: da lontano potevo vedere, appeso alla fiancata della chiesa, un enorme striscione recante la scritta BIBLIOTECA. Esperienza trascendentale? Non lo so, forse è stato il mio karma.
Un’esperienza come questa mi fa pensare che quando ti perdi non ti perdi, ma fai nuovi viaggi e nuove esperienze. E, soprattutto, penso in quanti luoghi, anche solitari e sconosciuti, ci siano persone che amano i libri e cercano di diffonderne l’utilizzo. Finché ci saranno persone così, la speranza che la lettura prosperi (e non solo quella) non sarà mai perduta.
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede