Avete sentito del caso Cinisello? In breve: il sindaco decide di vietare l’utilizzo della biblioteca pubblica a un gruppo di lettura che da sette anni è attivo e vitale. Motivo del contendere? L’impossibilità di avere sotto controllo i temi discussi nel gruppo. Sì, avete capito bene. Alcuni temi, secondo questo sindaco, non possono essere trattati o, in ogni caso, andrebbero supervisionati dall’amministrazione comunale. Non è bastano presentare una rosa di argomenti da cui i partecipanti scelgono. I gestori del gruppo di lettura hanno chiesto lumi al giovane sindaco leghista, Giacomo Ghirlandi, 32 anni, che ha fissato un appuntamento in previsione del quale è stato organizzato una specie di sit-in fatto di letture per dimostrare la vicinanza dei cittadini al tema. Ebbene, dopo questa manifestazione pubblica l’appuntamento è stato cancellato. E non è stato cancellato per un impegno sopravvenuto del sindaco, ma come gesto di stizza verso la manifestazione.
Mi domando: con la fatica che si fa a portare la gente in biblioteca, un’amministrazione vieta gli spazi a un gruppo di lettura che dura da sette anni? E il motivo sta negli argomenti discussi? Ma sul serio? Possibile? Io sono troppo distante da Cinisello Balsamo, ma qualcuno vuole spiegare al Sindaco Ghirlandi che quando si parla di libri ogni argomento può essere evocato dal testo e spesso neppure gli organizzatori sanno che cosa ne può uscire? Vuole spiegargli che i violenti e i rissosi non manifestano per entrare in biblioteca, ma fanno ben altro?
Dopo il caso di Todi, un altro attacco alla libertà di lettura. Mi chiedo cosa stia accadendo a questo nostro Paese.