Sentendo parlare della storia di Giorgio Perlasca, complice anche il ricordo di alcune scene della fiction televisiva del 2002 in cui Perlasca è rappresentato da Luca Zingaretti, ho iniziato a leggere la sua storia in questo libro di Enrico Deaglio, che nel titolo ricalca la famosa opera di Hannah Arendt.
TRAMA: Giorgio Perlasca, un commerciante italiano, durante la seconda guerra mondiale si trova in Ungheria per lavoro. Assistendo alla deportazione ebraica, che in quel paese diventa massiccia nella seconda parte della guerra, ne rimane disgustato. Perlasca si ritrova a gestire circostanze inaspettate in cui decide di fingersi funzionario spagnolo e utilizzare l’ambasciata e alcune case da essa gestite per protegge il maggior numero possibile di ebrei a rischio della propria vita. Le sue gesta gli verranno riconosciute solo in tarda età, permettendo la nascita di un mito italiano che rischiava di non essere conosciuto, ma che merita, invece, di essere diffuso e preso ad esempio.
COMMENTI: questo libro è stato pubblicato nel 1991 e non è un romanzo, bensì un saggio storico. Sono ben descritti gli avvenimenti storici e le azioni del protagonista sono ben circostanziate in essi. La scrittura permette una lettura adeguata al grande pubblico, anche se priva del pathos che avrebbe avuto se fosse stato pubblicato in forma di romanzo. Le azioni di Perlasca sono veramente eroiche e le sue scelte, dettate più dal buon senso e dal buon cuore che da calcoli ponderati, lo rendono ancor più degno dell’interesse che continua a esistere attorno alla sua vicenda. Il fatto di essere pubblicato poco dopo la caduta del muro di Berlino, rende questo libro interessante per la descrizione dell’Ungheria post-comunista.
Consigliato a coloro che si interessano delle vicende della Shoah e agli amanti delle biografie.