Non tutti amano le letture che riguardano la Shoah: l’argomento è difficile e pesante, non possiamo fare loro una colpa di ciò. Ma questo libro di Kristin Harmel ha una scrittura così semplice e la storia è così diversa da quelle cui siamo abituati che davvero tutti possono apprezzarlo.
TRAMA: una giovane donna divorziata e con una figlia adolescente si districa tra la sua pasticceria e le necessità della nonna che vive in una residenza per anziani ed è affetta da Alzheimer. In un momento di lucidità la nonna le fa alcune rivelazioni sul suo passato e la induce a partire per cercare quelle radici familiari così particolari di cui era all’oscuro. Ne uscirà una verità storica sconosciuta ai più: il contributo della comunità islamica in Europa per salvare gli ebrei dalla Shoah.
COMMENTI: indubbiamente il fascino della questione storica è attraente per chiunque. Il romanzo è un po’ troppo melenso per i miei gusti, soprattutto nell’ultima parte del libro. Ma è proprio questa storia d’amore sottostante che induce anche i lettori (maggiormente le lettrici), meno propensi a leggere un libro che abbia dei riferimenti alla Shoah, ad affrontare l’argomento e li tiene incollati al testo fino alla fine. Forse i puri del romanzo storico e della saggistica potrebbero torcere un po’ il naso. Ma da biblioterapista che cerca libri che le persone desiderano leggere fino in fondo, la ritengo comunque una buona scelta. Il romanzo è stato pubblicato nel 2012.
L’AUTRICE: nata il 4 maggio 1979 a Newton (Massachusetts, USA) , Kristin Harmel vive a Orlando, è sposata e ha collaborato con diverse testate giornalistiche. Scrive dall’età di 16 anni e ha studiato presso l’università della Florida.