Fino a oggi si è sempre pensato che gli splendidi manoscritti medievali giunti a noi fossero stati preziosamente miniati ad opera dei monaci amanuensi. La convinzione che le monache ne fossero escluse è sempre stata chiara e convincente. Ma ora non è più così sicuro in quanto è stato scoperto su una dentatura di una monaca vissuta tra il 997 e il 1162 trovata rinvenuta in un monastero a Dalheim, in Germania, dei residui di lapislazzuli. L’ipotesi è che questa monaca si occupasse della realizzazione delle miniature dei libri e che avesse l’abitudine di toccare la punta del pennello con la lingua durante il suo lavoro. La mistura composta da preziosi lapislazzuli che si otteneva il blu cobalto tanto ricercato per dipingere le miniature era utilizzata solo dagli amanuensi ed è difficile immaginare un altro modo con cui un materiale tanto prezioso sia venuto a contatto in modo così copioso nella dentatura di una persona. Ed ecco quindi che si fa strada l’idea che anche alcune donne si occupassero di quest’arte. Se confermata, questa ipotesi aprirebbe uno scorcio sulla storia mai esplorato prima. Infatti gli amanuensi, come gesto di umiltà, non firmavano il loro lavoro. Difficile quindi capire quante fossero le monache che svolgevano questa mansione e su quali testimoni giunti a noi. Difficile, certo. Ma in ogni caso da oggi la certezza che quegli ornamenti meravigliosi siano opera di un uomo non ce l’avremo più e potremo immaginarci una storia ben diversa.
Corso base propedeutico di biblioterapia in presenza
Dal 2020 su questo sito esiste, all’interno dell’Accademia online di Biblioterapia e tecniche narrative, il Corso base di Biblioterapia dopo il quale ho iniziato a