La dama con l’ermellino, alias Cecilia Gallerani, era l’amante di Ludovico il Moro, Signore di Milano: gli diede un figlio, ma poi fu allontanata, sistemandola in un matrimonio di convenienza. Ma era anche una giovane donna (il Moro la fece diventare la sua amante che aveva sedici anni) estremamente intelligente, amante dell’arte e delle lettere, capace di comprendere i risvolti politici e sociali come e meglio di un uomo. Il suo ritratto è di Leonardo da Vinci, che strinse con lei un’amicizia singolare. Lui gay, lei attraente e caparbia, durante le sedute di pittura giocavano con le parole: aneddoti, indovinelli, discussioni di ogni tipo. Nella stanza dove la Gallerani posava, era ammesso qualche musicista per allietarli con il suo strumento o una dama di compagnia che leggeva un libro ad alta voce. Soli, potevano disquisire di qualsiasi cosa. Qualche biografo ipotizza che forse tra i due potesse esserci qualche cosa di più della semplice amicizia. Poco importa. Ciò che sappiamo e vediamo nel quadro è una donna che ha saputo dare prova di grande forza e coraggio in un’epoca in cui il potere delle donne che non appartenevano a case reali era inesistente. Lei seppe adattarsi senza mai rinunciare alla cosa più importante: la sua intelligenza. Fu costretta a molti compromessi? Certo. Ma mai passivamente.
Auguro a tutte le donne di riuscire ad emergere nonostante le condizioni difficili in cui molte ancora si trovano, in ogni parte del mondo.