La casualità ha voluto che fossi a Parigi il giorno dopo l’incendio di Notre-Dame. Altrettanto casualmente il destino ha fatto sì che uno dei luoghi imperdibili da lettore quale sono si trovasse proprio di fronte alla cattedrale. Sto parlando della libreria storica Shakespeare and Company in cui ogni amante dei libri entra se si trova a Parigi, da qualsiasi parte del mondo provenga.
Per prepararmi, prima di partire ho iniziato la lettura del libro scritto dalla prima proprietaria di questo posto d’incanto, Sylvia Beach, americana che alla fine del secondo decennio del Novecento ha voluto fortemente questa libreria specializzata in letteratura inglese in cui s’incontravano le maggiori genialità letterarie del tempo che passavano di là. James Joyce, Ezra Pound, ma anche il grande Hemingway, per citare i più famosi.
La libreria è articolata su due piani e su ogni piano diverse piccole stanze stracolme di libri creano un luogo incantato. Numerose le copie vintage e “antiche” distribuite sulle pareti. In mezzo ai volumi che occupano tutte le stanze, qui si trova un pianoforte, là una poltrona, più avanti una macchina da scrivere. Su un tavolino un gatto sta appollaiato, guardando fuori dalla finestra.
E proprio fuori dal quella finestra si può vedere la cattedrale ferita, Notre-Dame che svetta imperiosa nonostante tutto. Perché la Storia va avanti, prosegue sempre. E i libri, in tanti modi diversi, sono lì a testimoniarlo.
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