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Perché la Festa della Liberazione deve esistere ancora

E’ preoccupante che qualcuno voglia cancellare le celebrazioni per la Festa della Liberazione. E’ preoccupante che si voglia cancellare la Storia. E’ preoccupante che la libertà perda di valore agli occhi di alcuni. Per questo mi chiedo quanto i politici che prendono queste decisioni conoscano gli eventi e il loro significato. Mi riferisco al fatto che alcuni amministratori comunali abbiano deciso di annullare le cerimonie commemorative del 25 aprile. E mi riferisco anche al ministro dell’Interno che paragona questa celebrazione a un derby tra fascisti e comunisti (vedi qui).
Provate a fare un gioco: il 25 aprile chiedete ai più giovani perché è un giorno di festa riconosciuta dallo Stato. Credo che non pochi saranno ignari. Solo per questo ha senso svolgere tali celebrazioni. Per questo servono libri. Libri che facciano ricordare, ma soprattutto riflettere. Il fascismo eterno di Umberto Eco è un saggio estremamente istruttivo che è stato riscoperto da molti giovani. Esiste poi tutta una letteratura partigiana a cui attingere che ha autori davvero pregevoli: Fenoglio, Bassani, Calvino, Meneghello, Viganò, Vittorini solo per citarne alcuni. E la scusa che la Festa della Liberazione è solo ad uso e consumo dei comunisti non è sufficiente perché esistono anche libri sugli errori commessi, basta leggere gli ultimi scritti di Giampaolo Pansa. Volete anche capire quanto quegli eventi hanno influenzato eventi molto vicino a noi? Leggere Il puzzle Moro di Giovanni Fasanella vi farà sobbalzare non poco sulla sedia.
La Festa della Liberazione non è un orpello politico, ma il rinnovo di una memoria che ha ancora molto da dirci.

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