Convinto dal fatto di aver già letto dello stesso autore il libro Scrittura cuneiforme e dall’accalorato invito della mia amica Cristina a iniziare questo romanzo, mi sono messo all’opera. E ho scoperto un mondo inaspettato e una splendida scrittura che avevo dimenticato.
TRAMA: in un paese dell’Iran, all’interno di un Bazar, una moschea e le persone che la animano danno vita a una società basata sulle tradizioni e sul rispetto della religione. L’armonia mantenuta per lungo tempo, ad un certo punto viene violata dal fondamentalismo religioso-politico nell’instaurarsi della Repubblica islamica, senza risparmiare nessuno.
COMMENTI: la scrittura di Kader Abdolah, sempre armoniosa e coinvolgente, riveste un ruolo importante in questo libro. Permette di sentirsi parte di un mondo lontano dalla società occidentale, eppure condivisibile. I personaggi risuonano vivi tra le righe e la lettura diviene estremamente coinvolgente per il lettore, che non riesce a stancarsi di proseguire.
L’AUTORE: nato il 12 dicembre del 1954 in Iran, Kader Abdolah, pseudonimo di Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani, si interessa fin da giovanissimo alla scrittura. Cresciuto, utilizza la penna per scrivere racconti in opposizione al regime islamico, utilizzando come pseudonimo i nomi di due membri dell’opposizione: Kader e Abdolah. Scoperte le sue attività e minacciato dal regime, si rifugia in Turchia e poi in Olanda, dove tutt’oggi risiede. Acquisita la padronanza della lingua olandese, oggi scrive i suoi libri in tale lingua. Le sue opere parlano sempre dell’equilibrio tra la sua cultura di origine e quella occidentale da cui è stato accolto con grande attenzione per le relazioni tra le persone.
