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Zingarelli 2020: la definizione impossibile di Biblioterapia

Una buona notizia per chi utilizza la Biblioterapia: funziona e gli esperti di tutto il mondo continuano a pubblicare nuovi studi a sostegno di ciò. E adesso una cattiva notizia: la Biblioterapia viene sempre più associata a una terapia medica, trascurando il potenziale che la letteratura in sé contiene e le opportunità che discutere di essa permette. Lo dimostra l’inserimento del lemma “biblioterapia” all’interno dello Zingarelli 2020 che la descrive così:

Biblioterapia [comp. di biblio- e -terapia] s. f. (psicol.) psicoterapia che utilizza la lettura di libri opportunamente scelti per in indurre il paziente a riflettere su sé stesso e superare i propri disturbi SIN. libroterapia

Non è una stortura solo italiana, i dizionari all’estero non sono migliori, forse perché descrivere la Biblioterapia in poche parole è davvero difficile.
Nel 1941 Dorland’s Illustrated Medical Dictionary la descriveva come

the employment of books and the reading of them in the treatment of nervous disease
(l’impiego di libri e la loro lettura nel trattamento delle malattie nervose)

definizione che fu modificata nel 1961 quando lo Webster’s Third new international dictionary completò la definizione di Biblioterapia nel seguente modo:

the use of selected reading materials as therapeutic adjuvants in medicine and psychiatry; also, guidance in the solution of personal problems through directed reading
(l’uso di materiali di lettura selezionati come adiuvanti terapeutici in medicina e psichiatria; inoltre, assistenza nella soluzione di problemi personali attraverso la lettura diretta)

Non c’è dubbio che il termine “biblioterapia” sia ibrido ed equivocabile, tanto che sempre più spesso chi lo utilizza tende a travestire il termine o a modificarlo perché talvolta è davvero difficile far capire che il suffisso “terapia”, nella maggior parte dei casi, non ha nulla a che fare con la medicina o la psicologia. Solo un medico o uno psicologo lo possono fare in tali termini. I non-medici possono anch’essi utilizzare la Biblioterapia, ma in tutt’altra maniera, raggiungendo obiettivi adeguati, ma differenti da quelli medici. E non è un’invenzione. E’ tutto codificato, studiato fin dai primi anni del Novecento e continuamente riaffermato: i libri e ciò che contengono hanno un potere terapeutico al di là della medicina. Ma forse il vero problema è che in una società ipertecnologica e ipermedicalizzata  accettare che la lettura e la discussione dei brani possano portare degli effettivi benefici è davvero difficile.

 

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