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Gandhi nei libri: i 150 dalla sua nascita

 

 

In Italia ieri sui media e sui social ha avuto grande risalto la Festa dei nonni. Ma il 2 ottobre scade una ricorrenza altrettanto importante: la nascita di Gandhi. Sono trascorsi 150 anni e la sua vita è diventata un simbolo in tutto il mondo. Gandhi è così famoso, eppure ne sappiamo così poco!
Avevo intorno ai 18 anni quando ho cominciato a interessarmi alla sua vita e ho cercato un libro che mi aiutasse a conoscerla. Uno di questi è l’edizione economica degli aforismi nella foto sopra. Poi ho cercato una biografia (che non posseggo più o forse è persa nei meandri della mia libreria) che non è stato facile portare a termine perché pesante e noiosa. Penso alle difficoltà che esistevano un tempo per trovare buoni libri e mi piacerebbe trasmettere questa sensazione alle nuove generazioni di lettori. Erano gli anni Ottanta, ovviamente non esisteva Internet: niente recensioni dei lettori, niente liste infinite di libri con la sinossi, niente social sulla lettura e non. Niente di niente. Le biblioteche erano spesso di modeste dimensioni e con bibliotecari molto intellettuali, ma poco democratici, e non sempre in grado di comprendere i bisogni del lettore. Lettore che poteva non essere uno studente in grado di fare richieste chiare e circostanziate. Così, uno come me che studiava in una scuola per infermieri, si ritrovava a vagare alla ricerca di libri come un rabdomante: con l’argomento in testa, sfogliavo libri che speravo avrebbero soddisfatto la mia sete di sapere. E mi ritrovavo a sceglierli senza un vero criterio.
Devo dire che sono stato molto più fortunato con Martin Luther King jr. che mi ha permesso comunque di scoprire Gandhi in modo indiretto. Infatti King fece un viaggio in India appositamente per conoscere la terra del Mathma a cui lui si ispirava nella lotta non violenta per i diritti delle persone di colore.
Le idee di Gandhi sono così: solide, durature e praticabili in ogni tempo. Certo, oggi non riusciamo neppure a immaginarci di raggiungere obiettivi concreti con la non violenza. Che forse non esiste: Gandhi è stato ucciso, così pure Marthin Luther King. Allo stesso modo, spesso i movimenti non violenti attuali vengono fagocitati da facinorosi in grado di trasformare un corteo pacifico in una carneficina. E’ giusto quindi arrendersi al linguaggio della guerra? Io non lo credo, ma risposte sicure non ce ne sono. Ma ci sono i libri che possono farci riflettere. Non ci daranno mai risposte definitive. Ma ci permetteranno di mantenere una mente capace di pensare criticamente, anche se mai definitivamente. Perché chi è certo di avere le risposte giuste è spesso colui che, senza dirtelo e forse senza saperlo, ti porta verso il baratro.

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