Chi ha paura di parlare di AIDS, patologie sessualmente trasmesse e prevenzione? Non certo gli studenti e i professori di Hogwarts. E anche se non esistono riferimenti chiari alla sessualità dei suoi protagonisti nei sette libri di Harry Potter, alcuni elementi aleggiano comunque: è certo che Silente fosse gay (affermazione della Rowling che viene approfondito nei film di Animali Fantasti), che Ginny conoscesse intimamente il corpo di Harry (in Harry Potter e il principe mezzosangue Ginny disse che “Romilda Vane mi chiede se è vero che hai un Ippogrifo tatuato sul petto”: poteva saperlo se il loro approccio non fosse stato anche fisico?) e che chi legge i libri di Harry Potter sia più aperto verso i diversi orientamenti sessuali (qui). Ultima, ma non ultima, l’ipotesi che Draco Malfoy fosse attratto sessualmente da Harry (vedi qui) ci fa intuire che anche a Hogwarts si dovesse fare i conti con la sessualità. Ha quindi senso accostare il mondo di Harry Potter con l’invito al sesso protetto, se consideriamo che i libri del nostro eroe non sono destinati ai bambini e che la loro lettura inizia solitamente all’età delle scuole medie.
Pensate: ancora oggi si contrae il virus dell’HIV a causa di rapporti sessuali non protetti e i più esposti sono i giovani. Non ho dubbi che Harry, nonostante la timidezza di suo figlio Albus Severus, gli abbia parlato chiaramente dell’utilizzo del preservativo fin dai primi rapporti, e non certo a un’età in cui non c’è più nulla da insegnare. E questa è una magia che ogni genitore dovrebbe mettere in atto con i propri figli, senza paure e senza taboo, che purtroppo ancora persistono tenacemente. Perché l’#HIVriguardatutti.