Chi ama i libri di Harry Potter non si stupirà: loro sanno quanto questa saga, apparentemente un semplice fantasy, contenga concetti, riflessioni e sillogismi di tutto rispetto. Sanno pure come gli studi abbiano dimostrato l’apertura mentale che chi legge Harry Potter arriva a possedere. I potteriani lo sanno. Gli altri credo di no. Per questo il mondo si divide in chi ha letto Harry Potter e chi no. Ma si può sempre rimediare.
Preparando dei laboratori di gruppo per adulti e ragazzi su Harry Potter che terrò nel 2020 a Verona e Milano, ho incontrato, studiando I doni della morte, un brano che mi ha lasciato a bocca aperta. Lo stupore è nato dall’inevitabile parallelismo con affermazioni presenti oggi nella politica italiana. Considerato che il volume è stato pubblicato nel 2007 lo stupore non è stato poco. Non solo. Il contesto culturale dell’autrice è completamente diverso da quello italiano. Ma si sa, certe cose sono universali, soprattutto l’intolleranza. Ma lascio a voi giudicare.
Il brano che riporto vede Harry, Ron ed Hermione ascoltare Radio Potter, voce della resistenza contro il regime di Voldemort che, clandestinamente, trasmette il suo programma per contrastare le voci allineate dell’informazione ufficiale. Parla del valore delle persone che cercano di aiutare i perseguitati e della necessità che ognuno faccia qualcosa nel proprio piccolo. E, alla fine, viene espresso un concetto che in Italia qualcuno sbandiera in ogni dove. Questo il brano:
“Tuttavia, continuiamo a sentire storie profondamente significative di maghi e e streghe che rischiano la propria incolumità per proteggere amici e vicini Babbani, spesso a insaputa dei Babbani stessi. Vorrei fare un appello a tutti gli ascoltatori perché seguano il loro esempio, magari imponendo un incantesimo di protezione sulle abitazioni Babbane della loro strada. Molte vite potrebbero essere salvate adottando queste semplici misure”.
” E cosa diresti, Royal, a quegli ascoltatori che obiettano che in tempi così pericolosi dovrebbe valere il motto ‘prima i maghi’? gli chiese Lee.
“Direi che da ‘prima i maghi’ a ‘prima i Purosanghe’, e infine a ‘prima i Mangiamorte’ il passo è breve” rispose Kingsley. “Siamo tutti essere umani, no? Ogni vita umana ha lo stesso valore e merita di essere salvata”.
Ora, sfido chiunque a non sentire un richiamo fin troppo forte ai discorsi cui ci siamo fin troppo abituati. Anche i non potteriani non possono che percepirlo.
Forse non è stupefacente come penso. Forse si tratta semplicemente di un riferimento ai valori di un populismo che è lo stesso in tutto il mondo. Ma i libri di Harry Potter sono molto chiari in merito e la condivisione di questi valori è la medesima per tutti i potteriani: non può esserci spazio per un egoismo che si ottiene a spese altrui.