Anch’io, come tutti i lettori, sto leggendo un libro per riflettere sulla Shoah. Il 27 sarà la Giornata della memoria e utilizzare la letteratura per comprendere quel terribile periodo storico può essere davvero utile.
Può apparire banale, ma ogni volta che tratto l’argomento sento il dovere di precisarlo: questo atto di lettura è utile e raccomandabile per comprendere qualsiasi tipo di genocidio. Dato che i nostri nonni hanno visto personalmente vissuto le leggi razziali e la caccia agli ebrei credo sia naturale interessarsene in modo particolare. Rigetto fortemente la disputa politica che mette in gara i diversi genocidi per affermare che la Shoah non è stata così grave o, comunque, non merita l’attenzione che gli si presta. Ogni genocidio è aberrante, ma quello che ha colpito la mia nazione mi costringe a pormi maggiori domande sulle responsabilità del popolo a cui appartengo. Non parlo solo dell’Italia, ma di tutta Europa. La vera domanda da porsi è un’altra: è mai possibile che ancora si debba assistere ai genocidi? Possibile che esistano ancora dei lager? Ed è etico che ormai ci si abbia fatto l’abitudine?
Finché finisco il libro che ho in lettura (che recensirò la settimana prossima), lascio qualche titolo letto in passato per voi: ognuno di questi può meritare la vostra attenzione. A voi trovare quello che più vi si addice.
Tu, mio di Erri de Luca
Uno psicologo nei Lager di Viktor Frankl
La banalità del bene di Enrico Deaglio
Maus di Art Spiegelman
Nome in codice: Jolanta di Anna Mieszkowska
Come una rana d’inverno di Daniela Padoan
Contro il giorno della memoria di Elena Loewenthal
Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne
Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo
Il tribunale del bene di Gabriele Nissim
Il bambino di Noè di Erich-Emmanuel Schmitt