Serata importante per me ieri sera alla Biblioteca comunale di Villafranca (Verona). Dopo quasi un mese di sospensione delle mie attività (per motivi di salute) ho ricominciato il mio lavoro con la Biblioterapia, riprendendo le fila del corso Quando la lettura è un dono. Percorsi di crescita personale per Lettori Volontari e non solo.
Sembra impossibile come, quando ci si trova tra persone che amano i libri, ci si senta a casa. Ieri sera è stato così. Ma la responsabilità che sento per questo corso non è indifferente: venti persone da accompagnare in un percorso di Biblioterapia per insegnare a donare la propria voce e la propria passione per i libri nei luoghi di cura, e accrescere la consapevolezza di sé attraverso la letteratura. Dieci incontri sono un buon numero per ottenere dei risultati, ma allo stesso tempo aumenta la mia preoccupazione di svolgere bene il mio lavoro. Sono consapevole delle risorse che la Biblioterapia mette a mia disposizione, ma sono altrettanto consapevole dei limiti: troverò sempre i libri giusti? Saprò utilizzarli nel modo adeguato? Riuscirò a gestire eventuali conflitti? Sarò in grado di gestire ogni situazione? Sarà sempre possibile leggere senza impappinarmi?
Ho trovato davanti a me un gruppo corposo e variegato per età e con un elemento maschile, che nei miei corsi è cosa rara (purtroppo i maschi tendono a sottrarsi alla lettura attorno a cui costruire un dialogo). Il confronto è iniziato bene e ho percepito una buona energia. Non è sempre così. Far decollare un libro per salirci sopra e compiere un viaggio non dipende solo da me. I partecipanti di un gruppo di Biblioterapia hanno un ruolo non indifferente. Io, facilitatore, sono un lettore tra lettori. E la maggioranza vince. In questo caso, la maggioranza mi ha fatto sentire che ci sono tutti i presupposti per meravigliosi voli pindarici letterari nei prossimi incontri. E il tempo ce lo dirà.