Questo corso che vi presento è alla sua seconda edizione. La prima è stata il 9 febbraio, sempre a Colognola ai colli (VR), dove ho potuto passare tre ore con un gruppo di persone desiderose di capire cosa significasse leggere nei luoghi di cura e come si potesse farlo. Soprattutto, i partecipanti hanno potuto porre quesiti per dissipare i loro dubbi: come si può entrare in contatto con una persona malata e sapere che desidera che qualcuno legga per lei? Che tipo di rapporto si instaura con il personale sanitario una volta che si inizia a essere Lettori Volontari? Quanto è alto il coinvolgimento emotivo? E’ possibile utilizzare la lettura ad alta voce con i migranti? E nelle carceri? Qual è l’impegno necessario per avviare un servizio di lettura?
Queste sono solo alcune delle domande che mi sono state poste e molte altre le potranno porre coloro che parteciperanno il 23 febbraio. Lavoreremo in un gruppo che si sta cercando di tenere contenuto affinché l’esperienza del corso intensivo sia altamente interattiva, con la possibilità di confrontarsi e ragionare in una condizione di scambio reciproco.
L’accezione Biblioterapia utilizzata nella locandina non si riferisce alla possibilità di acquisire competenze sull’argomento. Io parlerò di Biblioterapia perché è attraverso questa mia esperienza che sono titolato a parlare di tutto ciò che serve per la lettura in ospedale, ma il servizio di lettura non è Biblioterapia. Infatti, leggere nei luoghi di cura può essere fatto da chiunque purché amante della lettura e in grado di mettersi in gioco in un servizio serio, che non vuole essere professionale, ma desidera ricercare comunque un’alta qualità. E’ questa la sfida che l’associazione Voci di carta si è posta: formare Lettori Volontari motivati con cui costruire un servizio di lettura rigoroso e attento laddove non esiste.