La Musica concentrazionaria è un argomento poco conosciuto, ma dall’immenso valore artistico e umano. Ho avuto bisogno di capire di cosa si trattasse per preparare un corso chiamato L’arte di essere liberi . Così ho conosciuto questo libro che mi ha aiutato a capire come ci siano testimonianze di come anche nei luoghi più duri sia stato possibile sopravvivere grazie all’arte.
Pochi lo sanno, ma in Italia, a Barletta, vive e opera un maestro di musica unico al mondo, che ha creato l’Istituto di Letteratura e Musica Concentrazionaria (ILMC) dove si ricercano, studiano e riproducono le opere di chi nei campi di concentrament nazisti è sopravvissuto (anche se spesso non tanto da lasciare i lager) grazie alla musica. E questo libro ne è una testimonianza.
TRAMA: Il libro racconta la storia del pianista e compositore Francesco Lotoro, che ha duramente lavorato con i suoi collaboratori per realizzare un’enciclopedia di Musica Concentrazionaria riprodotta e registrata da loro in 24 cd. Il periodo considerato è tra il 1933 e il 1953. Parallelamente alla loro storia, si racconta quella dei diversi musicisti: uomini e donne che nei campi di concentramento hanno composto e suonato in condizioni indicibili la loro musica. Grazie al lavoro del maestro Lotoro, oggi rivivono nella musica che lui ha saputo riscoprire e riprodurre. Passato e presente continuano a incrociarsi, permettendo al lettore un alto livello di coinvolgimento.
COMMENTI: il libro non è un saggio, ma un vero libro di narrativa, che permette al lettore di proiettarsi in modo totale in questa impresa del maestro Lotoro, esempio più unico che raro di un’immensa abnegazione per la musica a dispetto delle risorse e del tempo sempre troppo scarsi. Questo libro non è solo per chi ama la musica, ma anche per coloro che desiderano conoscere una storia affascinante di un’eccellenza italiana ancora oscura ai più.
L’AUTORE: nato nel 1983, Thomas Saintourens è giornalista e scrittore francese. Collabora a diversi giornali e riviste. Il maestro è il suo secondo libro. ha girato anche un documentario sul lavoro di Francesco Lotoro che porta lo stesso titolo del libro.
